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PROGRESSO E CATASTROFE: DINAMICHE DELLA MODERNITÀ

La modernità si annuncia, nel suo inizio, come “possibilità di un illimitato progredire” e proprio in questo è il suo declino. Nella modernità, infatti, convivono due elementi contrastanti: da un lato la realizzazione dell'uomo viene pensata come una conquista del tempo, come progresso illimitato del benessere e della felicità; dall'altro lato, contemporaneamente, la modernità costruisce un’immensa macchina di distruzione dove la tecnologia è strumento di controllo totale della vita sociale e di sterminio. Il totalitarismo porta al limite la spinta verso il nuovo con la tensione tra modernità e distruzione, con l’apologia della guerra e delle violenza.

La modernità perciò tradisce le sue premesse, perché accanto alle grandi conquiste della scienza, alle grandi innovazioni, segna pagine orribili per popoli interi cancellando ogni forma di libertà e creando distruzione.

Collocare la leggenda del "mantovano volante" nel contesto sociale e politico del suo tempo, analizzando gli aspetti del mito della velocità e della macchina nella letteratura e nell'arte ha permesso anche in parte di comprendere la particolarità del Novecento, un secolo “breve”, “compresso”, “veloce, estremista, violento e casuale” che spinto dal progresso delle macchine, delle comunicazioni e dei media ha imposto la velocità come valore misurabile, rivelandone agli uomini l’utilità o il piacere intellettuale o la passione, ma anche i limiti.


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Ultimo aggiornamento: 07-02-2011.