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LA MACCHINA COME DEALa realtà del primo Novecento appare caratterizzata dalla macchina, dalla metropoli che si diffonde “a macchia d’olio”, dall’automobile, dall’aereo, simboli di una velocità sempre più frenetica, dal telegrafo, dal telefono, dal cinema, simboli delle accelerate comunicazioni di massa. In tale clima dominato da un rapido sviluppo sia della scienza sia delle nuove tecnologie, sotto la pressione dei grandi interessi industriali e finanziari, si sviluppa la fiducia nel progresso e nella modernità, Attraverso la letteratura e l’arte la macchina diventa mito e simbolo, anche quando spaventa ed è mostruosa. È modernità, rinnovamento, che porta anche a trasformazioni sociali, a nuovi modi di vivere. Già nel primo decennio del Novecento la macchina – e con essa la tecnologia, l’industria, la modernità in ogni sua forma – si trasforma in un elemento forte dell’immaginario collettivo. Nel periodo tra le due guerre il progresso industriale, il concetto di dinamismo e futuro si diffonde sulla massa, il mito culturale e tecnologico si affianca alle ideologie e diviene strumento per la volontà di trasformazione e d’espansione. Nascono in questo modo, col desiderio di progresso, di sviluppo economico, di competizione tecnologica e di traguardi sempre più ambiziosi, tendenze superomistiche, nazionalistiche e imperialistiche. La modernità è celebrazione della macchina e della velocità, ma anche mito del superuomo, esaltazione della guerra. |
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riproduzione, anche solo in parte, di contenuti e grafica. Ultimo aggiornamento: 07-02-2011.
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