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LE ULTIME IMPRESE DEL PILOTA

Con il 1937 comincia il declino della scuderia Alfa, che non riesce più a tenere il confronto con le macchine tedesche, e comincia anche la decadenza delle possibilità di vittoria di Nuvolari, che è colpito dal gran dolore per la morte del figlio maggiore Giorgio, diciottenne.

Clicca qui per vedere la foto a pieno schermoNel 1938 rimane vittima di un grave incidente durante le prove di gara, l’auto Alfa s’incendia ad oltre 150 km/h per una perdita di benzina, egli riesce a salvarsi buttandosi giù dalla macchina con la tuta in fiamme. Comunica la decisione di ritirarsi: “Il fuoco mi ha terrorizzato. E' un nemico che non ti dà scampo e dal quale non puoi difenderti. Non me la sento più di correre, questo è tutto”.

Nonostante i problemi di salute a causa delle esalazioni dei gas di scarico delle auto, accumulati in tanti anni, riprende tuttavia a correre nel 1938 dopo aver aderito all’Auto Union, vince alcune gare e nel 1939 vince il GP di Belgrado, superando ancora una volta le potenti Mercedes.

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La vittoria di Belgrado, nell’ultimo GP disputato prima del seconda guerra mondiale, è l'ultima grande vittoria di Nuvolari: la guerra è alle porte e contemporaneamente si conclude il ciclo mitico del mantovano volante.

Dopo il conflitto, nel 1946, Nuvolari si ripresenta, a cinquantaquattro anni; è di nuovo il simbolo dell’Italia: ha il coraggio di correre e ricominciare, ma il suo fisico è malato a causa dei gas di scarico, deve affrontare il dramma per la morte del secondo figlio, anche lui diciottenne.

Nuvolari e il suo pubblicoMolti autori scrivono che in questi anni le corse servono al pilota per dimenticare. Il resoconto di certe gare effettivamente fanno pensare ad una ricerca della velocità come segno di malessere. Durante la Mille Miglia del ’46 i giornali scrivono “la sua spider senza cappotta è un giocattolo fra le insidie della natura”.

VIDEO ULTIMA MILLE MIGLIA

Nel 1948 ancora con una Ferrari, alla Mille Miglia, si presenta alla partenza di Brescia solo per salutare i colleghi, ma accetta l’offerta di gareggiare. Ha 56 anni, è malato, sono mesi che non corre, non ha allenamento. Nella prima parte della gara resta sempre nelle prime posizioni e poi scatena l'offensiva sugli Appennini facendo valere la sua classe. Durante le tappe intermedie Tazio elimina il cofano e prosegue a motore scoperto, sbanda ed esce di strada, per cui toglie anche un sedile e prosegue, con una balestra in avaria, poi perde anche un parafango.

Pezzi della sua auto sono sparsi per l'Italia, ma lui procede verso la vittoria che sembra vicina.

Non vincerà a causa della rottura del perno della balestra già danneggiata. Tutta l'Italia ammutolisce, l'entusiasmo scompare di colpo.

Negli anni successivi fa poche uscite in pubblico e nel 1953 l’11 Agosto muore a 61 anni.

 


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Ultimo aggiornamento: 07-02-2011.