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IL MOTORE ELETTRICO

 Per poter capire il funzionamento di un motore a corrente continua dobbiamo prima prendere in esame la spira in figura 1. Essa, per effetto del momento torcente, ruota verso la posizione di equilibrio, che però sorpassa per la velocità acquistata.

Determinando ora le forze agenti sui lati verticali, vediamo che il momento della coppia di forze produce una rotazione in senso opposto. Questa oscillazione si ripete, smorzandosi però ogni volta a causa degli attriti e giungendo così infine ad una posizione di equilibrio. Per ottenere una rotazione continua della spira è necessario che la corrente nei lati verticali AB e CD cambi verso, quando la spira sorpassa la posizione di equilibrio. Questo risultato è conseguito nel motore elettrico, in cui gli estremi della spira sono a contatto con un collettore, costituito da due semianelli cilindrici che ruotano assieme alla spira. La corrente è portata nella spira per mezzo di due spazzole di carbone, messe a contatto con i due semianelli, collegate rispettivamente una al polo positivo e l’altra al polo negativo di un generatore (figura 2).

Così facendo la spira per mezzo giro è collegata al polo positivo mentre, per l’altro mezzo giro a quello negativo. Il collegamento cambia nell’istante in cui la spira supera la posizione di equilibrio; nello stesso istante cambia anche il verso della corrente che attraversa i lati verticali della spira. Di conseguenza il momento torcente ha lo stesso verso e quindi la spira ruota continuamente nello stesso verso, come possiamo vedere dall'animazione qui sotto:

  

 

  • quest'animazione mostra il funzionamento (schematico) di un motore elettrico a corrente continua;

  • è possibile selezionare i valori da attribuire a:

    •     verso della corrente;

    •     velocità del rotore;

  • è inoltre possibile stabilire cosa visualizzare tra:

    •     verso della corrente;

    •     campo magnetico;

    •     forza di Lorentz;

  • la velocità della spira (rotore) può essere stabilita agendo sul cursore posto subito sopra l'indicazione della velocità attuale.


ALLENAMENTO DI UN PILOTA

L'allenamento fisico di un pilota di formula 1 deve essere basato, su tre componenti specifiche: in primo luogo le braccia, con un allenamento a livello di avambracci, bicipiti, tricipiti, deltoidi, le spalle, gli arti superiori in generale, che sono gli strumenti di lavoro del pilota; poi il collo, che e' sempre sottoposto ad accelerazioni laterali notevoli, (un pilota deve essere in grado di sopportare circa 3-4 g di forza sul collo quando affronta i “grandi curvoni” a 280 Km/h) deve essere in grado di non cedere mai per stanchezza anche sui circuiti più impegnativi, perché questo comporterebbe un innalzamento dei tempi sul giro e un peggioramento delle prestazioni (un collo allenato e' anche indice di sicurezza, perché una muscolatura del collo forte e tonica fa anche da protezione per le vertebre cervicali in caso d’incidente); infine la resistenza.

Il pilota compie uno sforzo di endurance, vicino alle due ore, considerando anche che le frequenze cardiache medie sono elevate, perciò ci vuole un allenamento di resistenza che i piloti svolgono in parte con il jogging, ma soprattutto con la bicicletta. Come allenamento complementare il pilota in palestra deve allenare tutta la corporatura, quindi anche gli addominali, i lombari, i muscoli del dorso e le gambe, con sedute sia di forza e di potenziamento che di resistenza. Inoltre quanto più l'allenamento è vario e diverso, meglio è per il pilota, anche per una questione di motivazione.

 


 

 


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Ultimo aggiornamento: 07-02-2011.