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LA MODERNITÀ E LA VELOCITÀ NEL LINGUAGGIO

Tutta una rivoluzione del linguaggio, non solo poetico e letterario, poggia, agli inizi del 900 sull’eliminazione del “come”, sul tentativo di fondere in un’unica immagine-parola i termini del paragone, sulla ricerca di una velocità-simultaneità rappresentativa che porta al flusso di coscienza del discorso narrativo di Joyce.

La composizione dell’Ulisse assorbe Joyce a partire dal 1914 fino al 1922, anno della sua pubblicazione. Nel romanzo sviluppa un frammento autobiografico che avrebbe dovuto comparire nel Dedalus. L’opera avrebbe dovuto essere un’ideale continuazione del romanzo precedente, che racconta la ribellione di un giovane dublinese all’ambiente oppressivo della città e la scelta libertaria di cercare se stesso nell’attività letteraria. Stephen il protagonista non è l’eroe che vuol cambiare il mondo, ma piuttosto l’artista che trova la propria vocazione ed in essa traduce la propria concezione della vita. È quello del Dedalus un itinerario che porta dall’indistinzione dell’adolescenza - con una vaga mescolanza di sensazioni - alla conquista di una precisa identità sessuale. Inoltre Dedalus prelude con la sua tecnica del monologo interiore e l’accentuazione del flusso di coscienza, agli esiti sperimentali successivi dell’Ulisse.

L’Ulisse diviene ben presto un universo narrativo autonomo, ricco di richiami e di simmetrie con l’insieme della produzione dello scrittore. L’Ulisse presenta una storia che si svolge nell’arco temporale di una sola giornata e ripropone le gesta di tre personaggi posti in parallelo con le tre figure chiave dell’Odissea: Ulisse, Telemaco e Penelope (nel romanzo Leopold Bloom, Stephen Dedalus, Molly Bloom).

Questa specie di peregrinazione dell’uomo contemporaneo ha come sfondo una Dublino grigia, squallida in cui gli uomini consumano la loro impotenza e le loro frustrazioni.

Leopold Bloom non è un viaggiatore solitario come Ulisse, ma vive in una grande città, ha una famiglia e delle relazioni sociali. L’analisi della sua giornata s’intreccia automaticamente con quella delle numerose persone con cui viene a contatto, dai familiari (la moglie Molly e il figlio Stephen) al folto gruppo di amici, conoscenti e colleghi, incontrati durante il vagabondaggio attraverso Dublino, ossatura narrativa del libro. Il romanzo ha una dimensione corale e che la trama apparentemente lineare nasconde un’estrema densità di contenuti e una ricchissima pluralità di voci; ma il complesso intreccio del libro appare ancora più evidente se si considera che Joyce ha voluto rendere conto non solo delle azioni, ma anche dei processi mentali più intimi e riposti di ciascun personaggio, cercando di offrire un quadro esauriente dei meccanismi psicologici che orientano la vita di un’intera comunità, le sue abitudini, la sua scala di valori, i suoi gusti e i suoi comportamenti. Attraverso la tecnica dello “stream of consciousness” (“flusso di coscienza”), lo scrittore ci mette in diretto contatto con le manifestazioni elementari del pensiero allo stato nascente, prima ancora cioè che la ragione sia intervenuta con il filtro della sua azione ordinatrice e organizzatrice. Il risultato è sconvolgente per l’intensità dell’impatto emotivo e la forza rivelatrice dell’analisi.

J. Joyce is one of the 20th century’s most innovative writers. Dublin, Ireland and Irish characters were a constant presence in all his works. He used the stream of consciousness as a sort of “Great Memory” of Irish people. He took the stream of consciousness or interior monologue to its extreme consequences.

He wrote The Dubliners between 1905-09, published in 1914. It’s a collection of stories, easy to read, simple language but deep meaning, contrast and continuation of the time, past-present-future, cyclical circle of events that continues and time has his effects on characters (Bergson "la durée").

In art he doesn’t teach but he wants to make people aware of reality through their own subjective feelings. He adopted different point of views, different narrative techniques from third person narrator to the stream of consciousness-interior monologue, where the lack of punctuation or syntax reproduce the movement of thought.

There are different linguistic styles appropriate to different characters and situations. He was able on writing the rithm, tone and variety of speaking voices. He invented new words and he created a new language “Ulysses” is his masterpiece. It contrasts the capacity to see beyond appearance and into reality. The language at the beginning is rich in onomatopoeic words, there is an informal language scene.


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Ultimo aggiornamento: 07-02-2011.