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PROGRESSO TECNICO E DECADENZA MORALENel ricostruire la storia dell’umanità Lucrezio ha delineato lo sviluppo lento e graduale dell’umanità: dalla situazione originaria alle forme più evolute di civiltà. Lo sviluppo è stato realizzato dagli uomini con le loro sole forze, sotto lo stimolo del bisogno e con la guida della ragione, attraverso tentativi e sperimentazioni tecniche, in una lotta incessante contro gli ostacoli e le avversità. Senza l’intervento degli dei e degli eroi. Lucrezio, confrontando gli uomini delle origini con i suoi contemporanei rileva i vantaggi del passato, maggiore forza fisica ed inesistenza dei pericoli della guerra e della navigazione, ma anche gli svantaggi, come l’incapacità di trovare rimedi alle ferite e alle malattie. Non c’è quindi nessun rimpianto o nostalgia per la condizione primitiva. Per Lucrezio però il progresso non è illimitato e non garantisce la felicità dell’uomo. Il progresso tecnico libera l’uomo dal bisogno materiale, dall’insicurezza e dalla paura, ma al miglioramento delle condizioni materiali non si accompagna automaticamente un accrescimento della felicità umana, perché anzi, proprio la conquista e l’affinamento di mezzi più progrediti possono accrescere la corruzione morale, l’ambizione politica e l’avidità di ricchezze e potere. Il progresso è soltanto illusorio, perché la stragrande maggioranza degli uomini continua ad essere tormentata da paure e dalla continua infelicità. L’unico vero progresso è il progresso morale. Ad impedire al poeta una visione ottimistica dell’evoluzione della civiltà, si aggiunge la crisi storica che egli sta vivendo nel mondo romano, travagliato da spaventosi conflitti: di tale crisi egli è portato a dare una spiegazione non politica ma moralistica, interpretandola come il frutto di una progressiva decadenza e corruzione dei costumi indotta dall’eccessiva avidità di ricchezze e di potere. |
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riproduzione, anche solo in parte, di contenuti e grafica. Ultimo aggiornamento: 07-02-2011.
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